Un prologo
Nell’articolo pubblicato da questa Testata nell’ottobre del 2022 si faceva riferimento alla progressione degli Eoni – intesi quali unità di tempo caratterizzati dalla prevalenza di determinati Archetipi – e si preannunciava un ulteriore approfondimento legato all’entrata dell’Eone di Horus (1904) come completamento, e sintesi, dei precedenti Eoni di Iside e Osiride.
Orbene, al di là di ogni valenza di tipo mistico e religioso che si voglia dare alla rivelazione del Cairo del 1904 – nella quale Aleister Crowley, tramite il medium di una intelligenza preterumana (Aiwass) – ricevette la “parola rivelata” nella forma del triplice Libro della Legge, non v’è chi non veda come, in effetti, il cambio di paradigma preannunciato da Crowley, appunto a seguito del recepimento della Legge di Thelema, si sia manifestato e abbia dato prova della sua esistenza proprio a partire da quegli anni.
È però necessario, a questo punto, seppur brevemente cercare di definire o, quantomeno, delineare, il contenuto essenziale della rivelazione del Cairo o, in altri termini, dare al lettore una seppur breve sintesi di quello che è il fulcro ed il cuore della legge di Thelema.
Thelema è una parola greca il cui significato è “Volontà”.
Per “Volontà” si deve intendere non già il mutevole fine che spinge ad altrettanti mutevoli scopi quanto, all’opposto, il nucleo centrale dello Spirito (inteso in senso Hegeliano) che, in quanto motore delle azioni e dei pensieri, costituisce il fine ultimo, e spesso celato, dell’agire dell’individuo.
In altri termini la “Volontà” permea l’esistenza e ne costituisce guida al punto tale da divenire, se correttamente centrata, Stella Polare dell’Esistenza.
La preminenza data alla “Volontà” nei termini anzidetti, permette di decifrare nel migliore dei modi il Verbo dell’Eone di Horus che è “Fai ciò che vuoi sarà tutta la Legge” cui corrisponde il corollario “Amore è la legge, amore sotto la volontà”.
Orbene, se si tiene a mente quanto detto in precedenza in ordine al significato da dare al termine Volontà, risulta evidente che “Fai ciò che voi” non riflette affatto la libertà di abbandono all’istinto o – men che meno – all’arbitrio del volere ma, all’opposto, intende il conformarsi delle proprie azioni individuali ad un Ego superiore che, proprio in quanto consapevole della finalità della propria esistenza, a sua volta mira al raggiungimento del fine ultimo delle proprie aspirazioni.
Se volessimo fare un paragone filosofico a quanto appena detto potremmo, senza difficoltà, affermare che il rapporto tra “Vera Volontà” e “Azione individuale” è lo stesso che ritroviamo tra “Fenomeno” come esperienza del concreto interagire del mondo con i sensi e “Noumeno” inteso, seguendo Kant, come “essenza pensabile, ma inconoscibile, della realtà in sé”.
In altri termini: la Vera Volontà nasce con l’Individuo ma spetta a quest’ultimo, uscito dai “gusci” della ignoranza del sé, portarlo alla luce e perseguirlo in un’ottica di miglioramento personale e, per questo, anche collettivo.
La seconda parte del corollario anzidetto – “Amore è la legge, amore sotto la volontà” – rimanda al concetto di amore come “Agape” e, quindi, al concetto di un amore collettivo ed individuale profondo che, lungi da ogni sentimentalismo, deve essere inteso come retto dal dominio della Volontà (nei termini anzidetti) e quindi come forma di consapevole creazione del proprio scopo nel Mondo e di dominio delle pulsioni che, in quest’ottica, devono bruciare sotto il fuoco della Volontà per trovare la loro purezza di scopo solo al termine dell’ordalia individuale che ogni uomo e donna – Stella tra altrettante Stelle – può esperire nel corso della propria esistenza.
Queste dottrine, enunciate da Crowley nel corso del suo insegnamento ed ora divulgate e trasmesse – come detto nel precedente contributo – dall’O.T.O., rappresentano una fondamentale chiave di lettura del nostro tempo.
Ed infatti, abbandonata l’ottica della “Terra Madre” (Eone di Iside) e del “Sacrificio ontologicamente salvifico” (Eone di Osiride), la parola rivelata dell’Eone del Bambino/Horus (Iside più Osiride) risiede nella equazione, e quindi nella corrispondenza, tra Individuo e Volontà che, risolta, rimanda all’equazione Individuo=Io Superno/Cosciente=Divinità.
Non vi è altro Dio che l’Uomo, quindi, risulta essere la risultante di un cammino plurimillenario che oggi, in sintesi, viene messo alla prova della Storia e che della Storia stessa sarà elemento risolutore.
In un prossimo contributo si affronterà il tema, residuale secondo la superficiale quanto errata vulgata corrente, della Magia intesa come correlazione tra Scienza e Religione o, per meglio dire, come rapporto tra metodo scientifico e finalità dello Spirito.
Walter Virga