Qualcosa è cambiato?

Forse i tragici fatti di Parigi hanno smosso qualcosa, nelle coscienze e nei comportamenti della gente e dei governi. La risposta al terrore non può che essere ferma, spietata ma allo stesso tempo lucida e perfetta da parte di questi ultimi e per quanto possibile senza troppe isterie per quel che concerne le popolazioni minacciate. La parola d’ordine ora è intensificare le operazioni militari di lotta all’Isis in Iraq e in Siria, dando così man forte alla Russia impegnata anch’essa nella lotta al terrorismo jihadista che ha mietuto oltre duecento vittime russe a seguito dell’attentato su un volo charter di ritorno dall’Egitto. È la strada intrapresa dalla Francia, orribilmente vulnerata, in quella tragica serata del 13 novembre. Il tutto converge nella difesa di Assad, che Obama si ostina a boicottare auspicandone la caduta per non meglio precisati motivi, oltre a quelli di ordine morale che in realpolitik contano fino a un certo punto se non nulla. E gli altri?

Grandi abbracci, pacche sulle spalle, telefonate di cordoglio. Ma intanto la sola Parigi, unilaterlamente, decide di dare una lezione ai terroristi bombardando i criminali dello “stato” islamico. Forse la paura, forse altro, inibisce l’azione dovuta degli altri membri Ue anch’essi minacciati. Il quadro che ne esce è desolante, una situazione da ‘900. Dall’Europa dunque nessun contributo. Zero segni di vita in quest’ennesima occasione per dare prova di sé, della sua esistenza concreta al di là del formalismo burocratico. Una miriade di posizioni diverse, divaricazioni che si ripetono, dopo la piaga dei migranti, persino in situazioni di pericolo estremo come questa. Sostegno chiacchierato sempre, fatti impercettibili, nulli.

La posizione anti Assad degli Usa non sembra l’opzione vincente visto che replicherebbe i fallimenti conclamati avuti in Iraq e Afghanistan, dove la caduta dei regimi ha agito da moltiplicatore di terrorismo, instabilità e morte. Un’azione come quella russa – tutta a difesa del regime e contro i ribelli di ogni colore – sembrerebbe pertanto meglio orientata a garantire una futura stabilità, senza effetti boomerang.

Sul fronte interno, quella degli agenti francesi non è stata l’unica operazione in territorio Ue. Anche le forze speciali belghe hanno condotto sei raid a Molenbeek e in altre aree di Bruxelles. Le azioni puntavano a scovare persone vicine a Bilal Hadfi, uno dei kamikaze nei pressi dello Stade de France. Hadfi, nato in Francia nel 1995, viveva in Belgio ed aveva combattuto in Siria al fianco dei jihadisti dell’Is. Basta guardare le carte d’identità del gruppo di fuoco terrorista per farsi un paio di domande sullo ius soli e la sua auspicabilità.

Ora, la Francia estenderà fino a 3 mesi lo Stato d’emergenza che prevede poteri speciali per prefetti e polizia: i deputati hanno votato compatti, solo sei si sono astenuti al voto sul rafforzamento di questo regime eccezionale. E gli altri? Si affretteranno a chiudere la stalla solo una volta che saranno scappati i buoi. Imperdonabile.