Il caso ormai sulla bocca di tutti del pensionato che ha ucciso un giovane ladro che si stava introducendo nella sua villetta a Vaprio d’Adda apre a ragion veduta un ampio dibattito sulla sicurezza nel paese e su come cittadini – il più delle volte indifesi quando non addirittura vessati dalla legge – possano regolarsi in situazioni limite e di forte tensione emotiva. Forse è il caso che la legge amplii la propria casistica vista la frequenza di simili situazioni che rende spesso i giudici incerti sul da farsi e le sentenze troppo discrezionali. A tutt’oggi, gli inquirenti stanno esaminando i rilievi e le dichiarazioni del proprietario della casa. E’ stato aperto un fascicolo per omicidio volontario e a fronte di ciò divampano un po’ ovunque polemiche su armi, intrusione illegale e legittima difesa.

Prima del 2006, la materia era disciplinata dall’articolo 52 del codice penale, secondo cui non è punibile chi reagisce in una situazione di pericolo a patto che la difesa sia necessaria, attuale (il che esclude la circostanza per la quale un ladro, ad esempio, è già in fuga) e che sia proporzionale all’offesa. Nel 2006 – comunque preistoria dati gli sconvolgimenti sociali in fieri e le emergenze a cui abbiamo assistito e continuiamo ad assistere – è subentrata la riforma. Con la modifica all’articolo 52 si autorizza il ricorso a un’arma “legittimamente detenuta” per difendere “la propria o altrui incolumità” e “i beni propri o altrui”. Ma c’è un però: “a condizione che il rapinatore non desista e che vi sia pericolo di aggressione”.

La modifica ha introdotto una sorta di autotutela mai prevista. Il cittadino perciò può usare un’arma anche a difesa di un diritto patrimoniale. Tuttavia, come detto, un problema non di poco conto è che i giudici che esaminano i vari casi non arrivano mai a una conclusione univoca. Il fattore emotivo dato dalla percezione del pericolo varia da persona a persona ed è perciò difficile prevedere una fattispecie universale di situazione oggettivamente pericolosa e attenervisi, come giudici e come parti in causa. Nell’anziano pensionato infatti o in colui che in precedenza abbia subito altre rapine o violenze, il sentore del pericolo è sicuramente diverso che in altri. È facile perciò inciampare nell’omicidio sconfinando per così dire nell’illegittima offesa. Allora quali sono le riflessioni che andrebbero fatte? Esse sono ad ampio raggio.

Se lo stato è per varie ragioni impossibilitato a garantire la sicurezza dei propri cittadini, nelle loro case o sul posto di lavoro, sarà opportuno che accresca le facoltà di questi di difendersi quando aggrediti nel patrimonio, nella persona e nella proprietà. Attenendosi a procedure standard – l’intimazione a desistere ad esempio – da apprendere tramite corsi obbligatori vincolanti, l’ordinamento dovrebbe prevedere un uso meno restrittivo della reazione legittima alla violenza anche prima di averla subita. Non si tratta di dar vita a un nuovo Far West, ma di consentire entro i limiti di legge, di difendersi nel miglior modo possibile in condizioni di pericolo anche imminente, non solo a giochi fatti. In molti paesi si ha una visione meno ideologico-umanitarista della materia e la si disciplina in modo più disinvolto. Meglio un eccesso di difesa che l’impotenza del “buono” di fronte al carnefice, per intenderci.

In Germania ad esempio, l’eccesso di legittima difesa non è punito anche qualora sia dovuto “a turbamento, paura o panico” ed è generalmente riconosciuto anche nel caso del ladro che fugge con la refurtiva, a patto che ci sia proporzione tra il valore dei beni e la reazione. In Olanda, invece, la legittima difesa è limitata alla tutela contro un’ aggressione – immediata e illegittima – dell’incolumità, del pudore (per i reati a sfondo sessuale) e del patrimonio. Ma anche in questo caso è prevista la non punibilità dell’eccesso di difesa, qualora sia la conseguenza immediata di una violenta emozione provocata dall’aggressione. Per quanto riguarda la difesa della dimora invece, in Spagna ci si può difendere da qualsiasi indebita introduzione. I tempi sembrano maturi per un allineamento.