La migrazione dei popoli è un fenomeno che esiste da sempre. Chi per motivi naturali, chi di adattamento, chi nella speranza di trovare terre fertili per vivere meglio, chi per cause drammatiche come guerre e carestie, ha ricercato un posto migliore nel mondo da quello Natale. Oggi il fenomeno dell’immigrazione è sotto gli occhi di tutti: il formarsi di gruppi terroristici, il lucrare sulle povere vite umane speranzose di trovare altrove una vita dignitosa, hanno amplificato il fenomeno, aggiungendo al dramma la disperazione.
Storicamente però, il fenomeno dell’immigrazione è un aspetto culturale molto interessante: il mischiarsi di etnie e usi e costumi contrastanti ha creato più culture nel nostro mondo. Perché allora oggi la situazione è diversa e fa paura? Perché si innalzano muri e non si accolgono i rifugiati di guerra o semplicemente coloro che non vogliono più rimanere nella propria terra d’origine? Il tema è molto delicato e di difficile risoluzione: oggi sono molti gli interessi che ruotano attorno a questo, soprattutto economici, anche se al solo pensiero di lucrare sulla vita delle persone è nauseante. Purtroppo oggi l’Europa e l’Italia stessa sono ancora nella morsa della crisi, e il malcontento è tale da non riuscire a trovare una soluzione dignitosa anche per noi cittadini europei. La crisi ha creato disoccupazione e paura nei confronti del futuro, e molto probabilmente ha fatto ripiombare molte comunità nella tensione determinata dal fatto di non riuscire ad andare avanti. Perciò è complicato occuparsi anche degli altri, è vero, anche se i dati sull’immigrazione fanno davvero pensare: solo sulle coste italiane gli sbarchi sono numerosi, senza contare i profughi in viaggio verso le frontiere in fuga dalle guerre medio orientali e dall’Isis. La situazione è al collasso: dal un lato è complesso ideare un sistema in cui tutti abbiano ciò che desiderano: la convivenza è complicata, perché il fenomeno dell’immigrazione è socialmente complesso e il più delle volte ingestibile, soprattutto se diamo un’occhiata ai numeri, enormi, dei flussi migratori. Anche le cause e le conseguenze che ne derivano sono spesso troppo grandi per una soluzione immediata e che ristabilisca l’ordine delle cose. Se ci mettiamo poi che nell’immaginario collettivo il diverso crea tensione, paura e che si tende a generalizzare spesso su come gli immigrati portino delinquenza e criminalità, il quadro è completo e soprattutto di difficile soluzione. Tornando però alla storia, che dovrebbe essere maestra di vita, se rileggiamo le pagine della storia di Roma, la società allargata ha dato frutti preziosi: l’arricchimento culturale, religioso, economico ha dato nuova linfa all’impero, nuove conquiste sono state foriere di nuove attività, lavoro, anche schiavistico certo, ma non si può trascurare il fatto che ogni tipo di società ha le sue regole e grazie al cielo oggi non correremmo questo pericolo. Solo che anche sollevare muri, allestire campi profughi e lasciarli li non è la soluzione ideale. Come ho già detto però, non è semplice.
Può però non essere solo un problema? Questo fenomeno può aggiungere e non togliere, unire e non dividere, mettere pace e non attizzare focolai di guerra? Può essere considerato un fatto naturale? Le domande, spesso, non hanno risposte facili, considerando soprattutto che in ballo ci sono molti interessi che spesso superano la considerazione per la vita e la dignità umana. L’integrazione è possibile? Come ho detto, non conosco la risposta, so che è un problema che va affrontato da più punti di vista, tenendo conto delle persone ma anche delle situazioni reali e concrete. L’Italia e l’Europa stanno affrontando questo adottando una serie di misure per l’integrazione, ma queste spesso non sono sufficienti a mandare avanti la situazione nel modo giusto, perciò ancora adesso questo fenomeno rappresenta un grave problema di difficile soluzione