Il presidente polacco ha ruolo e funzioni del tutto simili all’omologo italiano. Con la differenza che viene eletto dal popolo, risponde al suo popolo e non ai partiti che lo issano al vertice. Dettaglio non da poco.

Cambia parecchio pertanto in Polonia, con la vittoria di Duda, candidato del partito ultranazionalista Pis. Una vittoria che rivolta la politica polacca e rappresenta una pagina di storia per la Polonia. Andrzej Duda ha sconfitto il Presidente uscente, Bronislaw Komorowski, appoggiato dalla moderata Piattaforma Civica – PO – la forza politica a cui appartengono, tra gli altri, il Premier, Ewa Kopacz, e il Presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk.

Il presidente uscente vantava un discreto vantaggio qualche mese fa ma è riuscito a dilapidarlo a favore del candidato conservatore il quale, dotato di maggior carisma è riuscito ad appropriarsene vincendo le elezioni presidenziali. Elezioni non fini a sé stesse ma un succoso antipasto delle politiche che si terranno in autunno e che a questo punto vedono assai probabile un ribaltone anche al governo. Sembra difficile infatti che la diatriba tra candidati così connotati politicamente possa, a distanza di pochi mesi subire un cambiamento di rotta, rovesciando l’esito delle presidenziali.

“Sarò il Presidente di tutti i polacchi, non mi rinchiuderò nel Palazzo, ma voglio che i polacchi tra 5 anni mi ricorderanno come il Presidente che ascolta il suo popolo”. ha dichiarato Duda.
Da parte sua, Komorowski ha ammesso immediatamente la sconfitta, definendo però Duda come il candidato dell’odio e della divisione della società polacca.

La vittoria di Duda è legata principalmente a tre fattori. In primis, la capacità del giovane europarlamentare di attrarre voti di centro portando PiS su posizioni più moderne, simili a quelle dei Tory britannici, e “meno” clericali come quelle finora assunte dal Capo del suo Partito, Jaroslaw Kaczynski.
In secondo luogo, Duda è il candidato che meglio ha saputo interpretare il desiderio di rinnovamento dei polacchi, che votandolo, hanno voluto dare un segnale di cambiamento ad una classe politica che, senza particolare ricambio di volti, governa il Paese da circa 10 anni ininterrottamente.
Inoltre è stata punita la condotta di Komorowski, così superbamente sicuro della vittoria da non fare per nulla campagna elettorale durante il Primo Turno e, successivamente, autore iniziative di campagna disordinate, dettate dal panico più che dalla razionalità.

La vittoria di Duda apre un nuovo capitolo della politica polacca in attesa delle prossime Elezioni Parlamentari, che sembrano già da ora annunciare un cambio di rotta importante nella politica polacca dopo otto anni di ininterrotta conduzione PO.

C’è da valutare l’impatto sulla politica estera di questo cambio al vertice. I mercati sinora si son mostrati piuttosto cauti, per non dire scettici, l’euro si è rafforzato sullo zloty.

Nessuno dimentica le polemiche con Germania e Russia dettate dallo storico complesso di accerchiamento e la difesa strenua della propria specificità identitaria. Dopo Tsipras, per motivi diversi, di qui a qualche mese, rischiamo di fare i conti con un nuovo “soggetto difficile” in seno all’Ue.