Un patrimonio dell’umanità, violentato costantemente dall’ignoranza e dal disinteresse
Da un secolo a questa parte il fiume della Capitale risulta essere uno dei più inquinati d’Italia, le banchine della passeggiata trasteverina sono impercorribili, costantemente piena di escrementi, voragini e pattume. Si conosce bene il rischio di allagamento del livello stradale ogni qualsivoglia volta che il Tevere straripa e porta con se tonnellate di sporcizia e rifiuti ad alto tasso tossicologico, che vanno a nuocere all’habitat del percorso fluviale. Eppure ogni volta che il Tevere straborda dai suoi argini la sporcizia che porta con se, una volta che le acque si sono placate, si sedimentano, così intralciando la pista ciclabile e le passeggiate. Per non parlare dei loft vista fiume che i Rom si sono costruiti sulle banchine occupate abusivamente. Le ditte di pulizia non si preoccupano di pulire ed è il buon senso dei cittadini che rende pulita la banchina fluviale. La manutenzione delle scalinate per scendere sul Lungotevere è ad dir poco ridicola, interni pezzi di scalini crollati e lasciati lì. Tutto questo nel cuore della Capitale, nel percorso dove s’incontrano i ponti più celebri di Roma (Ponte Sant’Angelo, Ponte Cavour).
Servirebbe, oltre ad un potenziamento delle pulizie del Biondo Tevere, anche un potenziamento degli argini nella parte nord della Capitale, dove ogni volta che piove, il fiume straripa allagando completamente la zona, come successe nei pressi di Prima Porta anno orsono.
Ovviamente la colpa di tutto ciò non è solamente colpa del Comune di Roma, ma anche dei cittadini, che non perdono occasione per gettare ogni tipo di rifiuti, andando a distruggere tutta la storia che questo fiume ci ha donato. Ricordando sempre una citazione del grande filosofo Virgilio “Non è il Tevere ad averci scelto ma siamo noi ad aver scelto lui”.
E’ doveroso preservare questo fiume, che ha dato vita alla città eterna e dal quale nasce l’Impero più potente della storia dell’umanità.
Qualche candidato Sindaco, ha come obbiettivo la bonifica delle acque del fiume capitolino per la balneazione, imitando così i cugini francesi che hanno reso balneabile la Senna a Parigi. Però prima bisogna garantire mille altre cose, tra cui l’innalzamento dell’argine a Roma Nord, la pulizia costante della passeggiata e della pista ciclabile e la manutenzione di scalinate e muri, costantemente vandalizzate. Solo così il Biondo Tevere potrà continuare ad esibire la sua chioma dorata.