Accordo verbale su tutti i temi chiave
A Losanna i Paesi del 5+1 – rappresentati dal segretario di Stato americano John Kerry e i ministri degli Esteri di Germania, Frank-Walter Steinmeier, Francia, Laurent Fabius, Gran Bretagna, Philip Hammond, Russia, Sergei Lavrov, e Cina, Wang Yi, oltre all’Alto rappresentante della politica estera dell’Ue, Federica Mogherini – e l’Iran si sono avvicinati in modo decisivo al “via libera” al programma nucleare di Teheran. Non si è lasciato nulla di intentato, si è discusso ad oltranza fino a raggiungere un accordo di massima. Serghei Lavrov, il ministro degli Esteri russo, non ha celato la propria soddisfazione, assicurando la solidità dell’intesa trovata. Fatto questo, confermato dalle dichiarazioni del ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, che si è detto estremamente fiducioso sulla possibilità di avere molto presto una bozza. Anche il cinese Wang Yi ha espresso viva soddisfazione. Le due criticità maggiori ineriscono la durata e la revoca delle sanzioni cui è sottoposto il regime iraniano e che hanno indotto lo stesso a più miti consigli, imponendo anche un deciso re-styling dell’establishment.
Ma accanto alla soddisfazione, va registrato anche lo stato di allarme di Israele che attraverso le parole del premier Netanyahu, ha lanciato un nuovo monito. Difatti, l’accordo raggiunto è visto come una concreta minaccia all’avvenire dello stato ebraico e per tutto il processo di pace, in quanto aprirebbe la strada a una Teheran dotata di armi nucleari. E in effetti, negli anni, la politica estera iraniana si è contraddistinta per il suo fare “canagliesco”. Perché se è vero che l’Iran non ha preso parte a guerre, è altrettanto vero che ne ha alimentate molte in vario modo. Rafforzare in tal modo un competitor così insidioso, rappresenterebbe una minaccia alla sicurezza che Israele è deciso ad affrontare con ogni mezzo.
“La più grande minaccia alla nostra sicurezza e al nostro futuro era e resta il tentativo dell’Iran di armarsi con armi nucleari e l’accordo che si sta formulando a Losanna apra la strada a questo obiettivo”, ha spiegato il leader del Likud. Parole che stroncano i succitati esiti assieme alla soddisfazione espressa dalle varie segreterie estere e aprono la strada a nuove tensioni.