Le bellezze che la città di Roma ci riserva sono notevoli e di diversa ispirazione, tra queste emerge l’enorme collezione di opere d’arte raccolte nei Musei Vaticani situati all’interno della Città del Vaticano. Tale collezione rappresenta una delle raccolte più grandi del mondo, accumulata nei secoli dai Papi i quali vollero, tra l’altro che i loro appartamenti fossero affrescati da Michelangelo e Raffaello.

Le stanze affrescate da Raffaello appartengono al secondo piano del primo palazzo pontificio in Vaticano e furono affrescate per volontà di Papa Giulio II che non volle più risiedere nell’Appartamento Borgia abitato dal suo predecessore Alessandro VI.

La ridecorazione degli ambienti, che già presentavano decorazioni quattrocentesche, venne affidata ad un gruppo di artisti tra i quali il Perugino, il Bramantino ed il Sodoma. Il loro lavoro, però, non piacque al Papa, il quale, probabilmente su suggerimento del Bramante (architetto incaricati di ricostruire la Basilica Vaticana) e dopo aver esaminato ed approvato alcuni saggi di Raffaello Sanzio , affidò a lui la decorazione delle quattro stanze.

Gli ambienti presero nome dagli affreschi ivi situati, ed in particolare: Stanza di Costantino; Stanza di Eliodoro; Stanza della Segnatura e Stanza dell’incendio di Borgo.

Per capire l’iconografia  delle stanze, bisogna riferirsi alle finalità che ebbero al tempo in cui furono affrescate.

La Stanza di Costantino, prima in ordine di accesso, era destinata a ricevimenti e cerimonie ufficiali.

La seconda, La Stanza di Eliodoro, era l’anticamera privata, dove il Papa si incontrava con singole personalità.

La terza, La Stanza detta della Segnatura, divenuta nel tempo luogo del tribunale ecclesiastico, aveva come destinazione originaria quella di essere la studio e la biblioteca privata di Giulio II;

La quarta La Stanza dell’incendio di Borgo, era la camera da pranzo del Palazzo Apostolico Vaticano.

 

Per quel che riguarda, invece, la cronologia degli affreschi Raffaello realizzò prima la Stanza della Segnatura, cioè la biblioteca privata di Giulio II (1508-1511), passò poi ad affrescare la Stanza di Eliodoro (1512-1514). Iniziò, quindi, la Stanza dell’incendio di Borgo (1514-1517) che fu terminata con l’aiuto dei collaboratori di Raffaello, mentre la Stanza di Costantino (1517-1524) fu relizzata in massima parte dopo la morte di Raffaello dai suoi seguaci.

STANZA DELLA SEGNATURA

L’ambiente prende il nome dal tribunale ecclesiastico, presieduto dal Papa, che si riuniva in questa sala.

Nelle scene principali Raffaello si rifiutò di operare una semplice galleria di ritratti, ma cercò di coinvolgere i personaggi in un’azione caratterizzandoli con moti ed espressioni. Al posto delle rappresentazioni ermetiche dei suoi precedessori, Raffaello creò scene che dovevano operare concrete e familiari.

Gli affreschi alle pareti sono:

  1. Disputa del Sacramento (Teologia) dove Raffaello ha saputo rappresentare con grazia teologi che disputano. Solo un genio poteva creare una tale grazia, in cui si riuniscono persuasione, unzione e candore.
  2. Scuola di Atena (filosofia), ideale riunione di tutti i filosofi dell’antichità; tra i vari ritratti troviamo anche quello di Raffaello e del Perugino, suo maestro. Sulla volta abbiamo la rappresentazione della Prudenza, della Forza e della Temperanza.
  3. Parnaso (Poesia) dove vengono rappresentati, tra gli altri, Omero (che appare particolarmente ispirato) e Saffo.
  4. Virtù e Legge (Giurisprudenza) con Gregorio IX che approva la legga canonica e Triboniano che consegna a Giustiniano le Pandette (legge civile).

SATANZA DI ELIODORO

Stanza destinata alle udienze.

Il programma decorativo dell’ambiente fu studiato in un momento di incertezza polita conseguente alla sconfitta contro i francesi che comportò la perdita di Bologna. Pertanto venne richiesto un elemento decorativo che sottolineasse la protezione accordata da Dio alla Sua Chiesa e descrivesse interventi miracolosi contro i nemici interni ed esterni.

Quattro gli affreschi alle pareti:

  1. Cacciata di Eliodoro dal Tempio;
  2. Il miracolo di Bolsena;
  3. Liberazione dalle carceri di San Pietro ad opera di un Angelo;
  4. San Leone Magno ferma l’esercito di Attila.

In questa stanza appaiono evidenti alcune novità stilistiche. Rispetto alla stanza precedente, infatti, le scene appaiono più concitate, con ombre più profonde, colori più densi. Composizioni in cui la ricerca della simmetria si fa più libera e sciolta fino alla prima scena asimmetrica rappresentata nell’incontro di Leone Magno con Attila, dove il pacato avanzare del Papa, sicuro della protezione Divina, si contrappone alla furia degli Unni.

STANZA DELL’INCENDIO DI BORGO

Questa stanza fu l’ultima in cui è riscontrabile un intervento diretto di Raffaello. L’incendio di Borgo è l’affresco in cui la mano di Raffaello è più presente e dove appaiono evidenti i motivi ripresi da Michelangelo che anticipò il manierismo.

Gli affreschi hanno come tema principale quello di esaltare la figura di Papa Leone X attraverso storie tratte dalla vita di altri due Papi con lo stesso nome: Leone III e Leone IV. Ciascuna scena contiene allusioni al Pontificato corrente e numerose citazioni classiche e letterarie tipiche della corte Pontificia.

Quattro gli affreschi alle pareti:

  1. Incendio di Borgo;
  2. Battaglia di Ostia;
  3. Incoronazione di Carlo Magno;
  4. Giuramento di Leone III.

La volta risale alle decorazioni del Perugino sotto Giulio II

SALA DI COSTANTINO

Quarta ed ultima stanza, venne commissionata da Leone X nel 1517. Raffaello, negli ultimi frenetici anni della sua vita, riuscì unicamente a preparare i cartoni.

A Raffaello, morto nel 1520, è attribuita l’ideazione del complesso decorativo, ma l’intera stanza è opera dei suoi allievi.

Il tema iconografico mira all’esaltazione della Chiesa, della sua vittoria sul paganesimo e al suo insediamento nella città di Roma.

Quattro gli affreschi principali:

  1. L’Apparizione della croce, dipinta da Giulio Romano, con la famosa espressione: In hoc signo vinces in latino ed in greco;
  2. La battaglia di Costantino contro Massenzio
  3. Il Battesimo di Costantino, ambientato secondo la leggenda nel Battistero Lateranense;
  4. La donazione di Roma (rappresentata da una statuetta d’oro) da parte dell’Imperatore al Pontefice