Quella rete oscura che lega le banche alla politica

Il potere corrode chi non ce l’ha? Oppure il potere corrode chi ce l’ha?

In un sistema che si rispetti il potere non è inteso come opportunità egoistica, come strumento per salvaguardare e favorire i propri interessi, ma come mezzo decisionale per il bene comune.

Dunque in una società vigile e attenta esso non corrode nessuno perché è la comunità che si serve dello stesso per attuare la propria volontà.

Per questo la democrazia è la forma di organizzazione politica che più di tutte si avvicina all’effettivo esercizio del potere da parte del popolo.

I problemi sorgono quando sono in pochi ad avere in mano le leve decisionali di uno stato e dei suoi meccanismi più importanti: in società come queste, allora sì, il potere corrode e corrompe tutti, indistintamente. Chi lo ha, lo piega ai propri interessi e dunque si corrompe, corrode il proprio spirito e contemporaneamente diventa un potenziale corruttore; chi invece non lo ha, subisce i voleri dei più forti e al fine di ottenere o pretendere anch’egli i propri spazi, si lascia corrompere e corrode il proprio vivere onesto e tranquillo.

In più l’Italia è un paese che ha visto il susseguirsi di tre governi non eletti, ma scelti, da chi non si sa, per volere di chi non è chiaro.

Pochi giorni fa è morto Licio Gelli,  fondatore (e bisogna vedere poi se veramente lo è stato o se fu soltanto una pedina, paradossalmente una vittima a sua volta di un potere più grande di lui) della Loggia massonica P2; nei tempi più bui degli anni ’70 i vertici dello Stato, le cariche più importanti, militari compresi, erano affiliati. Difficile credere che se bisognava nominare una persona ai vertici di qualche istituto, non si ponesse particolare attenzione su chi la scelta ricadesse.

Ma certo in questo caso tutto italiano, le vicende politiche furono radicalmente complesse.

Lobby in inglese significa Loggia e indica nella sostanza, un gruppo di pressione. Una lobby, una loggia è un insieme organizzato di persone che cerca d’influenzare dall’esterno le istituzioni per soddisfare i propri interessi; per ottenere questo le sue leve sono il denaro di cui dispone e il prestigio di cui gode e spesso questo elemento è determinato dai suoi stessi appartenenti: individui di solito di alto rango, che nella società possono contare, avere voce in capitolo e dunque servire alla causa.

In America le lobbies sono legali, a viso aperto, ci sono dei gruppi che premono sulla politica per difendere o favorire i propri affari. Ma la vigilanza è alta.

Ora in Italia, in riferimento all’ultima questione esplosa delle banche c’è un problema interessante da considerare.

Le nomine dei corpi di vigilanza, in questo caso Consob e governatore della Banca d’Italia sono suggerite dalla politica e purtroppo non basta uscire al momento di una decisione per mostrare la propria buona fede, poiché il problema continua a sussistere nel sistema.

Come si è detto, l’importante è far parte di un ambiente, di un gruppo e già esserci può lasciar presupporre il peso di una persona.

Di fatto, c’è poco da dire, sulla vendita di queste obbligazioni subordinate chi doveva vigilare, seppur con tutte le possibili ispezioni, non l’ha fatto con la dovuta attenzione.

In politica quanti hanno interessi o legami negli affari delle banche o rapporti con banchieri? E quanti banchieri conoscono politici di spicco che possono contare? Non lo sappiamo con precisione ma quel che è noto, è che con la crisi del 2008 gli istituti se la sono vista male e sono stati salvati con soldi pubblici. Monti, per dirne una, è un uomo di spicco della finanza internazionale e lo abbiamo avuto come Primo Ministro, anche per compiacere alla Leader tedesca e alla governance europea, in un’Unione che ha avviato delle politiche economiche di austerità che hanno fatto sfiorare il tracollo di paesi interi.

In buona fede si può anche affermare che sia giusto che la mozione contro la Ministro Boschi non sia passata, che il padre Pier Luigi, nel consiglio di amministrazione della Banca Etruria dal 2011 e Vice Presidente dal Maggio 2014, verrà giudicato per quel che ha fatto e tutto il consiglio di amministrazione dell’Istituto è stato azzerato; però certo salta all’occhio che la figlia è diventata Ministro nel Febbraio 2014, che anche suo fratello non si è tenuto così lontano dalla banca del padre e che di fatto, in base all’ultimo “salva-banche”, difficilmente chi ha subito un torto potrà farsi valere nei confronti della dirigenza.

Il fatto grave è che a causa dell’operato scellerato di pochi, molti hanno perso i propri risparmi o buona parte di essi e questo causa forte rabbia, disperazione e indignazione.  

Ci sono cose che fanno storcere la bocca poiché in certi ambiti l’ambiente da cui si proviene e chi si ha alle spalle sono importanti in quanto un giorno o l’altro, si può essere utili a far quadrare il cerchio.

In questa faccenda si accusano la Consob e la Vigilanza della Banca d’Italia di non essere intervenuti tempestivamente nel dissesto finanziario degli Istituti, di non aver vigilato opportunamente sui valori che essi andavano a vendere ai cittadini.

Di fatto non è un’accusa campata in aria, i controllori non hanno controllato adeguatamente.

La Consob è l’autorità italiana per la vigilanza dei mercati finanziari, verifica la trasparenza e la correttezza degli operatori, vigila per prevenire e dove occorre, sanziona eventuali comportamenti scorretti; essa esercita i poteri che le sono attribuiti dalla legge affinché siano messe a disposizione dei risparmiatori le informazioni necessarie per poter effettuare scelte di investimento consapevoli.  

La Consob è competente per la trasparenza e la correttezza degli istituti di credito riguardo i prodotti che vengono messi sul mercato.

Il presidente e i commissari sono nominati con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Primo Ministro. L’attuale presidente, Giuseppe Vegas è stato nominato nel 2010 con DPR 15/12/2010 quando Primo Ministro era Berlusconi. L’Incarico dura 7 anni e non è rinnovabile.

La Banca d’Italia ha poteri di vigilanza sulla trasparenza dei servizi bancari e verifica la correttezza delle relazioni tra intermediari e clienti.

Il suo Governatore (Ignazio Visco, incaricato nel Novembre del 2011) è designato dal governo dopo aver sentito il parere del Consiglio Superiore della Banca d’Italia e la nomina viene disposta con decreto del presidente della Repubblica.

Insomma se le nomine sono politiche all’85%, gli interessi da entrambe le parti possono esserci poiché è ormai lampante quanto possa essere forte il legame tra finanza e politica e l’influenza reciproca che una parte può avere sull’altra.

Non è male ricordare in proposito che il Banco Ambrosiano crollò definitivamente  con la scoperta della Loggia P2 che lo proteggeva e il 18 Giugno dell’82 Calvi venne trovato impiccato sotto un ponte di Londra.

Casi così estremi, foschi e temibili non ce ne sono assolutamente, ma si rammenti ad esempio, che ancora si deve far luce sul “suicidio” dell’ ex portavoce del Monte dei Paschi di Siena, David Rossi, fedelissimo dell’ex presidente Giuseppe Mussari.

Non si deve prendere quindi tanto alla leggera quella rete che, per mezzo delle persone, lega e tiene vicini il mondo delle banche e della politica.

Uscire da un’aula non è sufficiente, bisogna evitare determinate circostanze.