Vietati i simboli del cristianesimo. L’Italia dice no
La Religione Cristiana fa parte ormai da secoli della storia della penisola italiana. I rapporti stessi fra lo Stato italiano e quello Pontificio sono regolati da leggi che nascono nell’epoca fascista e vengono riconfermate da Enrico De Nicola, Primo Presidente Della Repubblica italiana nonché firmatario della Costituzione.
L’articolo 19 della Costituzione cita “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume”.
E’ scandaloso dunque che nel rispetto delle religioni altrui il popolo italiano debba rinunciare alle propria Tradizione religiosa che è presente nel Bel Paese da due millenni. Già dall’epoca dei romani venne creata una relazione di rispetto reciproco tra le varie etnie inglobate dall’ Impero. Dopo duemila anni l’Italia decide di staccare il simbolo del Cristianesimo dalle mura pubbliche delle scuole, perché irrispettoso nei confronti delle religioni altrui. Essere contro l’insegnamento dei valori della cristianità, e di conseguenza della Cultura italiana significa oltraggiare la Patria poiché ciò implica infrangere la costituzione, che essendo stata scritta per preservare il popolo italiano e le Sue Tradizioni, deve essere rispettata per conservare i principi della Nostra Nazione.
E’ un ingiustizia privare i bambini dell’insegnamento di un perno essenziale della cultura italiana, solo perché, si pensa che sia irrispettoso delle etnie altrui. Chi è d’accordo con l’abolizione della Religione Cristiana per tanto dovrebbe essere coerente con i suoi valori e dunque durante le Feste andare a lavorare, senza disturbare però chi professa il cristianesimo, permettendogli di santificare le feste come scritto nei Dieci Comandamenti che Nostro Signore ci ha dato come regolamenti morali di vita, dunque doverosi da rispettare. Solo così raggiungeranno la così tanto acclamata Libertà di pensiero, che non significa abolire le religioni poiché creano delle discrepanze sociali. Bensì bisognerebbe preservarle nel rispetto di ognuna e soprattutto conservare il Cristianesimo come uno dei principio essenziali della Cultura italiana.