Dai dati Istat arrivano le prime note dolenti sull’economia italiana che, negli ultimi tre mesi non ha ottenuto margini di miglioramento del Prodotto interno lordo (Pil). Un rallentamento superiore alle aspettative che restringe gli spazi di manovra del governo e spedisce l’Italia in coda alla classifica UE.

 Mentre il Pil italiano resta fermo, quello del Regno Unito avanza dello 0,6%, e quello tedesco dello 0,4%. Crescita a stenti della Francia scossa dal terrorismo e dalle proteste contro il Jobs Act.

Il ministero del Tesoro dice: «Nonostante la crescita sia più fragile del previsto, i conti pubblici sono sotto controllo», il Ministro inquadra la frenata in un contesto più ampio: dalla minaccia del terrorismo alla crisi dei migranti passando per la Brexit, fenomeni che, spiega il ministero: «erano noti da tempo. Diverse fonti di governo, compreso il Mef, avevano già segnalato che le stime di crescita formulate ad aprile con il Def sarebbero state messe in discussione, e numerosi previsori hanno già rivisto al ribasso le stime della crescita mondiale».

La variazione, segnala l’Istat, è nell’aumento del valore aggiunto nei comparti dell’agricoltura e dei servizi, mentre l’industria segna una preoccupante battuta d’arresto. L’istituto di statistica giustifica la frenata della domanda interna per le continue esportazioni. Andrea Goldstein ( direttore di Nomisma ) commenta: «In un panorama economico internazionale che si è fatto più complicato, l’Italia conferma le sue difficoltà di lungo periodo. Con una variazione acquisita per il 2016 pari a un modesto +0,6%, la spazio per una manovra espansiva ad autunno si riduce ulteriormente».

Ci sarà da trattare con l’Unione Europea, per una crescita dello 0,6% nel 2016 che  porterebbe il rapporto deficit/Pil al 2,7 %. Roma continua ad essere considerata poco credibile nel raggiungimento degli obiettivi previsti e promessi al Parlamento europeo.

Non aiuta la grande corsa del debito pubblico, che a giugno ha toccato i 2.248,8 miliardi anche se, dice il Ministero del Tesoro, «il rapporto tra debito e Pil si è stabilizzato e il governo lavora per farlo scendere». Una spiegazione che non basta a placare le proteste delle opposizioni e i timori dei sindacati.

Una bufera che investe il governo Renzi, che nonostante ciò sembra essere distratto dai problemi della giunta capitolina, che, nell’arco di una settimana ha visto perdere diversi membri, che, la sindaca Virginia Raggi nominò all’inizio del mandato. Nei disastri dell’ultimo mese chi sembra rimetterci sono sempre gli italiani, che, man mano stanno perdendo la fiducia in chi governa il paese.